CAMPAGNE ITALIANE. INTRODUZIONE

Sessant’anni fa il libro Storia del paesaggio agrario italiano edito da Laterza illustrava compiutamente, attraverso un itinerario iconografico e documentale, il percorso di vita, di pensiero e il metodo di lavoro di Emilio Sereni.
Era la fotografia storica e scientifica del paesaggio italiano che Sereni aveva fissato fino a quel momento – gli anni Sessanta del Novecento – in un colto e articolato excursus temporale.
Ma come è quello stesso paesaggio rurale, oggi?
Cosa è cambiato? Molto, moltissimo.
Chi sono oggi coloro che lo vivono e lo manutengono? Le stesse comunità di allora?
Non proprio.
Quali sono i processi e le tecniche di coltivazione attuali? Possiamo confrontarle con quelle di mezzo secolo fa?
Nel tempo le trasformazioni e gli usi agricoli hanno plasmato forme di paesaggio che conferiscono ancora oggi peculiarità e bellezza all’Italia. Il paesaggio così generato è lo specchio dove osservare le trasformazioni storiche, ma anche per leggere il presente e le prospettive dei nostri territori. Il paesaggio non è un dato, ma un processo collegato al lavoro degli agricoltori, alle colture, alle tecniche e alle condizioni ambientali dei luoghi.
Questa mostra, attraverso molteplici contributi, scoprirà come è oggi quel paesaggio che Sereni aveva intensamente indagato nella prima metà del Novecento e che successivamente ci aveva raccontato nel suo libro più famoso, che rimane tuttora tra le
pubblicazioni più lette, tradotte e studiate in campo scientifico a livello mondiale.
Emilio Sereni in Storia del paesaggio agrario italiano (1961) definiva il paesaggio agrario come «la forma che l’uomo, nel corso e ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale».
La storia di un territorio, nel suo intrinseco rapporto tra uomo e natura, è dunque la storia
del suolo modellato dal lavoro dei contadini, dalle trasformazioni fondiarie, dagli ordinamenti colturali, dagli insediamenti e dalle infrastrutture, ma anche dai rapporti di produzione, con esiti che, al di là dei risvolti meramente economici, si caricano di valenze sociali, culturali e visive.
L’Istituto Alcide Cervi, che di Sereni conserva la Biblioteca e l’Archivio scientifico, a 60 anni dalla pubblicazione della sua Storia, saggio che resta fondamentale e attuale nei contenuti per gli studi sul paesaggio, intende con questa mostra documentaria portare all’attenzione del grande pubblico le trasformazioni subite dal paesaggio agrario italiano dalla seconda metà del secolo scorso ai giorni nostri: dal forte processo di industrializzazione alle intense dinamiche di urbanizzazione, dall’abbandono delle tradizionali pratiche agro-forestali alla fuga affannosa verso la città.

John Freeman, "Ansa del fiume Panaro, Modena", 2020